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La nascita della psicoanalisi 

 

Capitolo quinto  - la teoria strutturale

 

 

La nuova teoria delle pulsioni
La vecchia teoria delle pulsioni era stata indebolita dall'introduzione del concetto di narcisismo: anche le funzioni dell'Io erano state libidinizzate, tutto ormai era libido, di conseguenza  il conflitto psichico non poteva più essere spiegato.

Urgeva una revisione della teoria.
Freud perciò sostituisce alla vecchia opposizione pulsioni sessuali/pulsioni di autoconservazione, la contrapposizione tra pulsioni di vita/pulsioni di morte (Eros-Thanatos).
L'unico vantaggio della nuova opposizione è che valorizza il ruolo dell'aggressività, fatta rientrare sotto il capitolo pulsione di morte. 
Anche se l'aggressività non s'identifica con essa, ne costituisce piuttosto una manifestazione fenomenica.

Come arriva Freud alla nuova teoria, che troviamo nei saggi Al di là del principio di piacere del 1920 e L'Io e l'Es del 1923?
La revisione si era resa necessaria, non solo per i problemi teorici connessi all'introduzione del narcisismo, ma anche perché la teoria della libido non era in grado di spiegare i nuovi problemi clinici della coazione a ripetere, dei sogni angosciosi, della nevrosi traumatica, della reazione terapeutica negativa, dell'aggressività, dell'ambivalenza, del sadomasochismo, in base al principio di piacere come tendenza generale dell'apparato.

Questi dati vengono ora spiegati da Freud come tendenza a riprodurre uno stato precedente.
Questa tesi viene giustificata soprattutto con una riflessione metapsicologica sui concetti economici: la psiche è esposta senza protezione all'incremento di energia interna, quindi al rischio di traumi.
Funzione primaria dell'apparato è quella di legare l'energia interna, ancor prima di poterne regolare il flusso col principio di piacere. Quindi la tendenza alla ripetizione sarebbe espressione della funzione di legame, così come la tendenza al piacere sarebbe espressione della funzione di scarica.
Ma anche la tendenza alla ripetizione sarebbe di carattere pulsionale, anzi rappresenterebbe la caratteristica fondamentale delle pulsioni.

La vera e propria prova di questa tesi Freud la cerca sul piano delle speculazioni biologiche circa il comportamento delle cellule.
Il metabolismo degli organismi biologici viene interpretato come manifestazione di un'ipotetica coppia di pulsioni elementari, Eros e pulsione di morte, attive a livello delle singole cellule.
La nozione di pulsione, intesa come tendenza al ritorno ad uno stato precedente inorganico, diventa la forza fondamentale di tutta l'attività degli organismi. La pulsione è  tendenza biologica prima che psichica.

Ma come fa a rientrare in questo schema (che si addice prevalentemente alla pulsione di morte) Eros o la pulsione di vita?
Eros è infatti tendenza all'integrazione. Per poterla dedurre dal concetto generale di pulsione, ossia di ritorno ad uno stato precedente, deve far ricorso al mito dell'androgino, come entità integrata cui Eros tenderebbe con la sua attività.

 

Le pulsioni in senso clinico
sono una derivazione di queste entità ultime, mediante processi di fusione (controllo di Eros sulla pulsione distruttiva) e di defusione (distruttività libera), da cui hanno origine le  manifestazioni psicologico-comportamentali delle pulsioni, sotto forma di libido, aggressività, sadomasochismo ecc.

In tutto ciò si può notare l'ingerenza di paradigmi metafisici (vedi le speculazioni fisicaliste sul principio d'inerzia e biologiche sulle tendenze vitaliste delle cellule), da cui la nuova teoria pulsionale viene indebitamente dedotta.
La confusione tra piano speculativo e piano della spiegazione dei dati ha prodotto solo una pseudo-teoria.
I concetti clinico-psicologici mantengono invece una loro validità indipendente (coazione a ripetere come fatto clinico, senso di colpa ecc.) ma rischiano di rimanere senza basi teoriche.

 

La teoria strutturale
Divide la psiche in tre gruppi di funzioni: Es Io e Super-Io.

L'Es consiste nelle rappresentazioni psichiche delle pulsioni istintuali, fonte di energia dell'intero apparato.
L'energia è di due specie: distruttiva, derivante dalla pulsione aggressiva; libidica, proveniente dalla pulsione erotica.
I due tipi di energia sono sempre, in varie proporzioni, fuse.

L'Io: all'inizio della vita l'apparato psichico funziona nel modo caratteristico dell'Es, si preoccupa solo di soddisfare desideri, scaricando le tensioni in modo immediato.
L'Io è dapprincipio costituito da un gruppo di funzioni sensoriali e motorie che gli permettono di servire l'Es e i suoi desideri in collegamento col mondo esterno.
Più tardi l'Io diventa capace di esercitare un controllo sui desideri pulsionali e addirittura di opporvisi, usando misure come la rimozione.

Nello sviluppo dell'Io entrano in gioco:
1- maturazione del sistema nervoso
2- prime relazioni oggettuali soddisfacenti con le persone dell'ambiente che permettono la gratificazione e la frustrazione in proporzioni adeguate.
Queste prime esperienze sono importanti per le identificazioni vitali che ne conseguono.

Una tappa significativa nello sviluppo dell'Io è l'acquisizione del linguaggio, processo che facilita il pensiero. 
Un'altra tappa è l'acquisizione della capacità di esame di realtà, ossia della capacità di distinguere tra fatti esterni e fantasia interna.
Altre funzioni dell'Io: memoria, coscienza, capacità di differire il processo di scarica pulsionale, funzione sintetica, angoscia-segnale (per evitare l'insorgere di uno stato traumatico. Le situazioni che possono provocarlo sono, in ordine di apparizione: perdita dell'oggetto correlata all'assenza della madre, perdita dell'amore, paura di evirazione, senso di colpa. Tutte situazioni che fanno riferimento a desideri pulsionali ritenuti pericolosi).

Lo schema è il seguente: desiderio pulsionale proibito-> angoscia segnale-> principio di piacere-> meccanismo di difesa.
Le conseguenze del conflitto possono essere normali o patologiche, includono tratti di carattere, sublimazioni, modelli sessuali individuali, blocco permanente dei derivati pulsionali (difesa riuscita), formazione di sintomi nevrotici (difesa non riuscita).

Super-Io
E' un gruppo di funzioni psichiche concernenti le aspirazioni ideali, gli imperativi e le proibizioni morali. 
E' una parte dell'organizzazione psichica che deve la sua origine all'identificazione con le figure parentali.
E' una parte specializzata dell'Io.

Due importanti caratteristiche della teoria strutturale sono:
l'accento posto sull'aspetto genetico o evolutivo delle funzioni psichiche; e il principio del funzionamento multiplo, ossia il fatto che ogni prodotto dell'attività psichica è la risultante dell'interazione tra Es, Io e Super-Io.

Freud abbandonò la teoria topica perché non spiegava adeguatamente il conflitto psichico.
Infatti la teoria topica afferma che tutto ciò che non può giungere alla coscienza deve essere un desiderio sessuale rimosso del sistema inconscio.
Ma la teoria topica non riesce a spiegare il fatto che le forze psichiche responsabili della rimozione, che per definizione appartengono al sistema Preconscio, siano invece anch'esse inconsce.

In sostanza la teoria topica non spiegava il carattere inconscio delle difese: in quanto inconsce fanno parte del sistema Inconscio, ma in quanto difese (contro il rimosso) sono una funzione del Preconscio.
Era quindi necessario liberarsi dal riferimento alla distinzione tra inconscio e preconscio.
Il sistema che si oppone alle pulsioni rimosse corrisponde ad un'organizzazione che ha contenuti sia preconsci che inconsci, ma unificati dal punto di vista funzionale, di controllo delle pulsioni, contatto con la realtà, intermediazione tra esigenze morali-ideali e desideri.

I tre sistemi sono le componenti dell'apparato che produce il comportamento, secondo la visione meccanicista.
L'Io è la struttura centrale, il luogo di rielaborazione delle richieste dell'Es e del Super-Io.
Il comportamento, in particolare quello nevrotico, può ora essere spiegato come il risultato del compromesso tra queste diverse tendenze: la nevrosi è l'esito di un controllo non ottimale dell'Io nei confronti delle pulsioni (l'Io deve cedere all'Es, con la rimozione, parte del proprio territorio, diventato luogo di possibile espressione sostitutiva del rimosso) o delle esigenze del Super Io (che impone una censura eccessiva).
Tra l'amoralità dell'Es e l'ipermoralità del Super-Io, l'Io deve lottare per mantenere il dominio sulla realtà (che costituisce la sanità psichica) eliminando gli influssi dei conflitti infantili (da cui Es rimosso e Super-Io inconscio sono derivati) che provocano una valutazione distorta del rapporto con la propria realtà personale.

Teoria strutturale e metapsicologia delle pulsioni: la teoria strutturale è inquinata da influssi negativi della metapsicologia delle pulsioni.
L'Es è impropriamente visto come struttura senza struttura.
Il Super-Io diventa il rappresentante della pulsione di morte, a seguito di presunte vicende energetiche che la trasformano in autoaggressività e senso di colpa.
La teoria dell'Io è ambigua, includendo da una parte la nozione di Io = soggetto, dall'altra quella di Io = funzione psichica specializzata, organo centrale del sistema.

Ruolo teorico dei concetti = i concetti strutturali sono di per sé proposti come classificazione di gruppi omogenei di funzioni: desideri fondamentali- funzioni cognitive realistiche- esigenze morali e ideali.
Il loro valore logico è di tipo classificatorio-descrittivo, non esplicativo: non possono far parte di una spiegazione causale dei dati, in quanto sono nomi che ridescrivono i dati stessi.

Più utilmente i concetti strutturali sono da considerare come tre polarità che strutturano il campo psicologico del soggetto, componenti logiche di una teoria del soggetto, non costituenti psicologici del suo apparato. E questo sia dal punto di vista ontogenetico (polarità che comandano la dinamica del suo sviluppo psichico), che relazionale-contestuale (punto di riferimento ai bisogni, agli apparati, all'ambiente culturale (interumano).
Il soggetto psicologico si sviluppa a partire dall'interazione tra i bisogni iniziali e le risposte e accoglienze culturali-ambientali, mediante l'attivazione di apparati psicofisiologici. Il comportamento attuale è funzione di un'interazione tra la struttura motivazionale (risultato della sua storia) e l'ambiente di relazioni interumane.

Si può così costruire una teoria strutturale in senso proprio, che possa essere proposta come teoria esplicativa.
Qui il concetto di struttura non è inteso come un dato empirico presente nell'oggetto, ma uno schema teorico che rende intelligibili i dati.
Con questo nuovo punto di vista (alternativo a quello meccanicistico-intrapsichico) si può abbandonare come falso problema l'opposizione energia-struttura.
Le pulsioni non sono da intendere vitalisticamente come tendenze biologiche innate, ma come schemi motivazionali che organizzano funzioni cognitivo-valutative, emotive, schemi d'azione.
Il recupero di un punto di vista evoluzionistico, presente nel Freud clinico, può trasformare la teoria da meccanicista in genetico-strutturale, teoria psicologia della motivazione e della personalità:
- come risultanza della storia delle strategie di soluzione dei problemi vitali del soggetto (in particolare rispetto ai bisogni fondamentali e in periodi critici, vedi sessualità infantile); e
- come soggetto in relazione, nel contesto delle situazioni in cui si sviluppa la sua attività (vedi la teoria delle relazioni oggettuali, da liberare dai vincoli libidici e trasformare in teoria delle relazioni soggettuali).
Questo paradigma darwiniano può costituire un punto di vista interessante per il recupero del nucleo (cosiddetto umanistico) delle scoperte freudiane, come base più adeguata entro cui le proposte degli autori più recenti potrebbero svilupparsi (vedi Popper).

 

Revisione della teoria dell'angoscia e nuovo ruolo dell'Io

- nevrosi attuali
le pulsioni sessuali, se eccitate e non scaricate, sono soggette ad essere sbarrate come da una diga; se tale libido arginata supera il limite entro cui l'organismo può contenerla, viene scaricata ma non sotto forma di eccitamento sessuale, bensì di angoscia morbosa. Il cambiamento era ritenuto fondamentalmente biochimico.

- in un secondo momento, poco dopo, Freud parlerà di angoscia anche per quanto riguarda le psiconevrosi, secondo lo stesso schema: angoscia = risultato di una trasformazione della libido rimossa (rimozione fallita).

- terzo momento: Inibizione, sintomo e angoscia del 1926: riorganizzazione delle teorie dell'angoscia, in seguito al nuovo ruolo assegnato all'Io, ma mantenimento anche della teoria precedente, producendo così una teoria contraddittoria.
L'Io viene considerato la sede dell'angoscia; l'angoscia è la risposta del'Io ad un pericolo pulsionale proveniente dall'interno, così come la paura è la risposta adeguata ad un pericolo esterno.

Come già detto però Freud cerca anche di conservare la teoria precedente, proponendo una teoria con una duplice fonte: la prima teoria viene conservata sotto forma di un'angoscia sottratta all'Io e prodotta più o meno automaticamente come risultato di fattori economici di accumulo e scarico di energie pulsionali.

L'altra forma di angoscia presuppone una fonte completamente diversa e implica l'attiva partecipazione dell'Io.
L'Io è considerato come la sola sede di quest'angoscia,  prodotta e sperimentata  come segnale di pericolo.
La teoria più remota aveva elaborato un modello fisicalistico di rimozione libidica producente angoscia. La più recente teoria del segnale riteneva che l'angoscia avesse la funzione di segnalare il pericolo e di favorire la rimozione e altre difese.

T.S.      

 

 

 


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